Il Segno di Giona

Gianluca Busi, Il segno di Giona, Dehoniana libri, Bologna 2012, seconda edizione, 32.00 euro

Disponibile nelle migliori librerie e su IBS.it e AMAZON.com

INDICE da consultare

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SINTESI DEL LIBRO

 

Questo testo cerca di aprire alcune strade per facilitare

l’incontro con il multiforme “universo” iconografico, da parte di chi desidera

prendere contatto con questo piccolo segno “di Giona” che viene consegnato, oggi, alla

nostra generazione.

A chi è rivolto questo libro? Anzitutto a chi dipinge o desidera dipingere un’icona.

Ho diviso questo libro in tre parti.

Teoria, Interpretazione, Pratica-manuale + DVD.

 

La prima parte prende in considerazione l’aspetto teorico legato all’iconografia.

Ho cercato, soprattutto, di identificare alcuni nodi centrali entro cui si sviluppa la teologia delle icone

La seconda parte di commento alle icone si articola in tredici brevi capitoli. E’ volutamente scritta con uno stile piano, perché si propone come un testo per la meditazione

L’ultima parte, il manuale vero e proprio, collegato interattivamente con i filmati cerca di aiutare, a diversi livelli, coloro che si accostano alla scrittura dell’icona. L’ho verificato per lungo tempo e sembra snello, coerente ed efficace e soprattutto realmente fruibile.

 

La serie completa dei 40 filmati del libro Il segno di Giona, Dehoniana libri 2010, è disponibile da oggi gratuitamente in rete. Il libro ha esaurito la prima tiratura di 3000 copie, In attesa di eventuale ristampa. Alcune copie residue senza il DVD sono disponibili per l’acquisto contattando direttamente questi indirizzi:

info@iconografiatavolelegno.it

sleodgianluca@alice.it

Prefazione

Nel 1986, mentre esercitavo il servizio di vicario parrocchiale in una comunità della periferia della terra ferma veneziana, il mio parroco che sapeva della mia passione per l’arte mi regalò un volume di Egon Sendler dal titolo “L’icona, immagine dell’invisibile. Elementi di teologia, estetica e tecnica”. Mentre lo leggevo con grande interesse non avrei mai immaginato che in quel momento stavo iniziando un cammino che ancor oggi mi coinvolge e che penso mi accompagnerà fino alla fine dei miei giorni. Mi si apriva un mondo per lo più sconosciuto ma che emanava un fascino che ritrovi solo nelle cose di grande valore. Abbandonai l’esercizio normale della pittura nel quale saltuariamente mi dilettavo per iniziare a scrivere qualche icona. Certo, i risultati di un autodidatta alle prime armi non erano del tutto incoraggianti, eppure erano tentativi per entrare in un mondo che sempre più mi affascinava.

Verso la fine degli anni novanta presi una decisione, dovevo frequentare un corso che mi desse elementi oggettivi per proseguire in questo cammino. Non fu facile la scelta in quanto le proposte erano molte ma non mi soddisfacevano, i corsi erano per lo più incentrati nella tecnica per la realizzazione di un’icona mentre io cercavo qualcosa di più, percepivo che dietro l’icona c’è un mondo, una cultura ma soprattutto una teologia ed una spiritualità che sono elementi fondamentali per un iconografo. Avevo capito che scrivere un’icona abbisogna si di tecnica, ma non solo. Alla fine mi imbattei nella proposta di Russia Cristiana di Seriate che proponeva un corso completo proprio come lo desideravo io e non ringrazierò mai abbastanza tutti coloro che mi hanno aiutato ad acquisire una competenza a trecentosessanta gradi, certo non definitiva perché un iconografo non cessa mai di crescere e di imparare in quanto l’icona diventa parte della sua vita e ne segue i mutamenti e i progressi naturali e spirituali.

Lo scorso anno un’amica comune mi fece incontrare don Gianluca, pranzammo insieme e subito ne è nata un’amicizia ed una stima reciproca che mi auguro possa continuare e approfondirsi nel futuro. Abbiamo percepito che nella reciproca esperienza iconografica c’era una visione comune, ambedue eravamo consapevoli di trovarci di fronte ad un mondo che richiedeva il pieno coinvolgimento di tutto se stessi, in termini di conoscenza, di tecnica, ma soprattutto di fede e spiritualità. Lo scorso anno ci siamo scambiati due nostri volumi, il mio riguardante le icone delle feste ed il suo, il manuale “il segno di Giona” del quale sto per l’appunto facendo la prefazione alla seconda edizione. Questo libro permette, magari aiutati da un maestro, di percorrere in modo non superficiale tutte le tappe proprie della formazione di un iconografo. La prima parte aiuta a collegare teologia e arte in un linguaggio da troppo tempo a noi estraneo; nella seconda, la lettura di alcune icone ti fa cogliere concretamente il loro linguaggio infine l’ultima parte accompagna passo per passo l’acquisizione della tecnica nella più autentica tradizione della pittura d’icone.

Uno strumento utile per contrastare il fatto di pensare l’icona come una moda che va diffondendosi e che rischia di svuotare e banalizzare una forma artistica che da due millenni ha nutrito la fede di milioni di persone. La moda esprime un appiattimento e una delega dei propri gusti ad altri che per lo più sono mossi da interessi personali che poco hanno a che vedere con l’oggettivo valore della proposta che mettono in campo. Il fascino di qualcosa che si differenzia dall’arte comune e che dopo la caduta delle barriere che separavano il mondo orientale dall’occidente europeo ha favorito l’immissione nel mercato di icone che provengono dal mondo ortodosso è apparso agli occhi dei mercanti d’arte o degli antiquari come un business estremamente appetibile. L’icona quindi è diventata un bene di consumo perdendo da una parte il suo valore di immagine per la preghiera e soprattutto per la liturgia; facendo sorgere dall’altra in occidente ma anche nei paesi di cultura ortodossa una flotta di artigiani dell’icona, preferisco chiamarli così piuttosto che iconografi in quanto persone che possiedono tecniche raffinate ma che sono mossi elusivamente da motivi commerciali. Testi e corsi che aiutano le persone a capire in tutti i suoi aspetti il significato e il valore di questa forma d’arte ma anche di preghiera non possono che aiutare ad avvicinarsi a quella che secondo la definizione dello Sendler è l’immagine dell’Invisibile o come la definisce il grande Pavel Aleksandrovič Florenskij è una finestra aperta verso il trascendente.

Il favore con il quale è stata accolta la pubblicazione di don Gianluca è provato dal fatto che in breve tempo è andata esaurita. Auguro altrettanto successo a questa nuova edizione, nell’impegno comune che ci vede in prima linea nell’annunciare il Vangelo di Gesù Cristo in una forma che colpisce gli occhi, ma tramite gli occhi arriva dritta al cuore.

Mons. Orlando Barbaro

Vicario episcopale per il Culto e la Liturgia, Patriarcato di Venezia

 

PLAYLIST E FILMATI DEMO

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